sabato 3 marzo 2012

Un'incursione tra i tecnologi prossimi venturi

Ieri, venerdì 2 marzo mi sono intrufolato alla presentazione del libro Abolire la Proprietà Intellettuale di Michele Boldrin e David K. Levine che si è svolta al Nexa del Politecnico di Torino.


È stata una cosa estremamente interessante, adesso vi racconto. Invece non vi dico del libro, volendo lo trovate aggratis in inglisc (link nella pagina del Nexa) o lo potete comprare su carta per 18 euri.

Tutto è cominciato in condizioni non esattamente favorevoli. Da quando sono fuori dal lavoro uso solo i mezzi pubblici (OK, la bicicletta è mia, escludiamola) e per arrivare in tempo alla presentazione ho dovuto prendere un autobus che sarebbe arrivato con un'ora di anticipo; poco male, mi reco al Poli, l'ampliamento nelle ex Officine Ferroviarie, a piedi. E qui il primo contrattempo: mi sono vestito troppo pesante, fa un caldo che non vi dico!

OK, arrivo al Poli con 20 minuti di anticipo, trovo l'edificio, nessuna indicazione, boh? Vedo un gruppetto che si avvicina, chiedo, nessuno sa niente della presentazione ma mi fanno entrare e mi dicono di salire, al terzo piano c'è l'aula Agorà. Ci vado, bel posto, ma sono solo! Eppure è lì, mi siedo in fondo, un centinaio di sedie, strano che non ci sia nessuno, vuoi vedere che hanno rinviato tutto senza dire niente a nessuno. Poi arriva il tecnico di quello che una volta si chiamava Audiovisivi e adesso chissà come per la ripresa, piazza la telecamerina (come sono piccole adesso!). Poi arriva il classico dottorando a collegare il portatile al proiettore. Non so se sono tutti parenti ma questi addetti al marchingegno di proiezione, fin dai tempi degli acetati, sono tutti uguali, fateci caso.

Mancano, secondo il mio cellulare, meno di 10 minuti e arriva Boldrin (dal vivo è meglio che in foto) accompagnato dal direttore.
A Boldrin viene chiesto se preferisce usare il suo portatile, dice che no, va benissimo quello, apre un PDF, lo mette in modalità presentazione (F5) e si toglie la giacca, lamentandosi del caldo (Ah! non sono l'unico).
A quattro minuti dall'ora X (che poi sarebbero le 14:30) entrano in massa gli spettatori, una ventina.


La presentazione è velocissima, il Boldrin attacca dicendo "Non ripeterò il libro perché quello potete leggervelo voi e poi voi siete ingegneri", variante nerd di "io non sono razzista ma...".


E parte di corsa, un'ora e mezza tirata, senza pause e rilassamenti. Le slide sono essenziali, quasi solo la scaletta della conferenza. Tosto.


A questo punto le domande. Poche, non essenziali, qualcuna estremamente tecnica, facente riferimento a John Doe, 1987 che o l'hai letto o non sai cos'è. Qualche accenno alle gestione della crisi econimica da parte dei vertici europei, OK! mi sono distratto.


A questo punto il pubblico è di una quarantina di persone, pochissime le donne, tutti appartenenti al genere dottorandi, l'impressione è che tutti si conoscano e siano tutti locali, a parte qualcuno. Vestiti in modo informale ma io sono l'unico con la barba e vecchio.
Inoltre, secondo me, queste cose devono essere pubblicizzate maggiormente; se non era per i tweets di Giuseppe Lipari non l'avrei saputo. E mettete anche le indicazioni per chi viene da fuori. Ma adesso vi tengo d'occhio, #sapevatelo.

Nelle intenzioni doveva esserci il solito banchetto per la vendita del libro ma è venerdì pomeriggio e la Celid (la libreria interna) ha detto che si può acquistare là. Peccato, me lo sarei fatto firmare, va beh, feticismo libristico.

Ritorno alla Padania

Al Poli, quello vero, il vecchio (che poi è solo dall'altra parte della strada) ci devo tornare martedì, lo comprerò allora. Se mi sbrigo
riesco anche a prendere il pullman delle 17:15. Ma quando arriva il 16? (a Milano si direbbe la 16, ovviamente). Uh, già che ho la fotocamera questa à la centrale elettrica su corso Peschiera, rivestita con queste lastre metalliche, non male, imho.



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