lunedì 20 agosto 2012

In the Beginning... - quasi una recensione


Nel '99 Neal Stephenson mise in rete on teh toobz un saggio biblicamente titolato "In the Beginning... Was the Command Line" dove parlava dei 'puters, o meglio del mondo dei 'puters.
Roba dell'altro millennio, il Web era molto diverso da ora, per dire non c'era il Tamburo Riparato, anzi non c'erano ancora i blog, o meglio erano nati da poco (18 luglio 1997).

Io comunque lo scoprii abbastanza presto --no, non ho una data precisa, neanche l'anno-- come possono testimoniare quelli che ho annoiato da non credersi, tentando di farglielo leggere. Ho anche pensato più di una volta di tradurlo (chiedendo il permesso) o di farlo tradurre a un tesista (per la tesi questo e altro, lo fanno gratis, senza brontolare troppo).

Poi nel 2004, sette anni dalla pubblicazione, Neal dice:
I embraced OS X as soon as it was available and have never looked back. So a lot of In the Beginning...was the Command Line is now obsolete. I keep meaning to update it, but if I'm honest with myself, I have to say this is unlikely.


Perso, anche lui fagocitato dalla Mela MorsicataTM come tanti bimbominkiaTM con iPodTM, iPadTM, iPhoneTM, iQuestoTM & iQuelloTM. Peccato.

[Nota: non sono razzista, conosco tanti geek che usano il MacTM, davvero. La mia mamma direbbe "presenti esclusi" e sarebbe un'idea.]

OK! Tornando a noi il lavoro originale di Neal è online in millemila posti, per esempio qui.
Uh! meglio qui, in formato PDF, userò questo così posso indicare i numeri di pagina.
Nel 2004 Garrett Birkel (se ho capito bene lavora alla Apple ma non ho trovato granché) ha messo all'interno del testo originale le sue pensate, qui.

Ora, 2012, voglio farlo anch'io. Qualcosa di simile.
Naturalmente si parte da Jobs & Wozniak e poi Gates & Allen. I primi vendono macchine (hardware) i secondi solo sistemi operativi (software), ancora più rivoluzionari. Non è più una cosa fisica, tangibile.



Poi arriva a una metafora automobilistica tra quattro sistemi operativi, Windows, Mac, Linux e BeOS (oggi scomparso ache se c'è chi tenta di rivitalizzarlo, come Hayku); a me le metafore non piacciono più di tento quindi se volete andate a leggerlo a pagina 3.

All'epoca Apple era in cattive acque, cosa molto diversa da ora, questo spiega quanto scritto a  p.4 che farebbe sobbalzare qualunque ggiovane.

Poi a p.5 si entra nel vivo dei ricordi, quando i 'puters erano armadi grossi così, dislocati lontano che manco li vedevi (nemmeno al Poli) e non c'erano nemmeno i monitor (dai Neal, sono più vecchio io --ops! è vero anch'io ho perforato schede). E va avanti fin verso il fondo di p.8 dove introduce la GUI, le finestre cui siamo abituati. C'è un errore di attribuzione ma sorvoliamo. Il Mac e poi Windows.

Neal è un bravo ragazzo entusiasta del Mac ma che a p.11 ammette
The Macintosh OS was a revolution in both the good and bad senses of that word.
Già i comandi sulla riga di comando (command line).
A p.13 c'è una tirata sulla propensione alla rapina di Microsoft, vera ma la stessa cosa capita anche con tutti gli altri, magari meno bravi.
Richard Stallman arriva a p.19
Notwithstanding the incomparable talent and drive possessed by Mr. Stallman and other GNU adherents, their project to build a free Unix to compete against Microsoft and Apple’s OSes was a little bit like trying to dig a subway system with a teaspoon. Until, that is, the advent of Linux, which I will get to later.
But the basic idea of re-creating an operating system from scratch was perfectly sound and completely doable. It has been done many times. It is inherent in the very nature of operating systems.
Poi una serie di considerazioni ormai obsolete. Anche quando arriva a parlare di Unix (p.23) come OS command-line mode. Oggi Unix non c'è più (quasi, qualche nicchia).

Qui devo essermi addormentato un pochino perché mi ritrovo a p.32. Non so nemmeno se una cosa come questa possa finire in una recensione seria, se del caso non leggetela, o fate finta di niente. Comunque è proprio qui che comincia l'altra metafora, quella che mi è sempre piaciuta, presa dalla Macchina del Tempo di H.G.Wells. Nel romanzo i privilegiati, gli Eloi, sono mantenuti dai Morlocks, confinati nel sottosuolo. L'opposto nel mondo tecnologico contemporaneo dove la maggioranza sono gli Eloi, gli utilizzatori, soggetti ai Morlocks che producono, controllano e gestiscono.
Morlocks, who have the energy and intelligence to comprehend details, go out and master complex subjects and produce Disney-like Sensorial Interfaces so that Eloi can get the gist without having to strain their minds or endure boredom. Those Morlocks will go to India and tediously explore a hundred ruins, then come home and built sanitary bug-free versions: highlight films, as it were. This costs a lot, because Morlocks insist on good coffee and first-class airline tickets, but that’s no problem because Eloi like to be dazzled and will gladly pay for it all.
E nel mondo dei computers gli Eloi non hanno certo tempo e voglia di affannarsi con OS a riga di comando, ci sono finestre, menu, pulsanti e vanno benissimo.
Most people who shop for OSes (if they bother to shop at all) are comparing not the underlying functions but the superficial look and feel. The average buyer of an OS is not really paying for, and is not especially interested in, the low-level code that allocates memory or writes bytes onto the disk. What we’re really buying is a system of metaphors. And–much more important–what we’re buying into is the underlying assumption that metaphors are a good way to deal with the world. [p.36]
Uh! a p.40 c'è il capitolo 11, Linux. Ma sta continuando a parlare del Mac, Linux era agli albori allora, certo non quello di oggi.
Ecco siamo a p.40 ma quello che segue è vecchio, superato, non più vero. Si può chiudere qui.


Anche perché oggi i computers non rendono più, li fanno i cinesi e poi vengono ribrandati. E sono già vecchi i notebook, i portatili. Oggi si usano telefoni che fanno tutto, al limite si possono usare anche per telefonare e e-reader (il mio kindle vecchio di tre mesi a fine anno sarà obsoleto da non dirsi). E i tablet che io, vecchio Morlock, non ho ancora capito a cosa possono servire.
Apple Computer inc. ha cambiato nome, adesso è Apple inc.
Microsoft sta abbandonando l'interfaccia sviluppata da Alan kay, quella che Neal attribuisce al Mac.


Insomma, il saggio di Neal è invecchiato. Non leggetelo. E, tutto sommato, non leggete neanche questo post: è lungo e noioso.
Anche perché si sa che non so fare le recensioni (o si dice recinzioni?).

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