lunedì 4 marzo 2013

Scritte di Uno: la premessa

Ci penso da quando Juhan mi ha incastrato.
Sono dell’idea che la parola data vada sempre mantenuta, si ma… e che gli racconto adesso a quelli del Tamburo e a voi lettori? Ci sono già fior fiore di collaboratori che scrivono di divulgazione scientifica, di didattica, di tecnologia, di informatica (‘puter) … e chi più ne ha più ne metta.
M’han fregato tutti gli argomenti!
Che poi, a dirla tutta, ci provo ogni tanto a scriver cose, ma non è che mi riesce proprio bene (almeno a guardare il conta visite), quindi (penso ad alta voce): “che v’aspettate da me? ”.
E poi c’ho la scuola e non c’ho tempo!

E mentre pensavo m’è tornata in mente quella specie di agenda impolverata che ho trovato l’anno scorso. Sopra c’era (c’è) appiccicato con lo scotch un fogliettino a mo’ di titolo: “ Scritte ”. Dentro? Cose scritte. Da chi? Da Uno, uno come tanti.
Metto un attimo in pausa l’agenda e provo a spiegare che m’è scattato nella testa (perché stavo pensando, ve lo ricordate? Si, lo faccio anche io qualche volta)
Non c’ho tempo, m’han fregato tutti gli argomenti … , al Tamburo non  mi sembra che ci siano forse-ex-poeti. Bon, gli spiattello le Scritte di Uno!”.
Ma non posso farlo senza autorizzazione. E allora ieri ho parlato con Uno: “che le hai scritte a fare le Scritte se poi nessuno te le legge? Non l’hai mai visto Scoprendo Forester? Alla fine l’ha capito anche Sean

La faccio breve: Uno ha imprecato come solo lui sa fare, ma alla fine mi ha lasciato carta bianca. Però, ad una sola e tassativa condizione: “chi so’ io non lo deve sapere nessuno altrimenti…”. Uno è un tipaccio poco raccomandabile e vi assicuro che non conviene contraddirlo o prendere alla leggera le sue minacce. Ho voluto poi che comprendesse bene: “quando poi le Scritte vanno online ci devi stare alle critiche, all’ironia, e anche a possibili prese in giro; OK? Anzi, si fa che tu non intervieni mai, che mi fido poco di te. Io faccio da ambasciatore, pubblico e mi prendo tutti gli improperi; non rivelo il tuo nome e tu te ne stai buonino buonino”.  Lui s’è acceso uno sigaretta e ha concluso le parole disponibili della giornata: ”Fa tu, a me ‘mporta s… Ste cose c’han più di 25 anni”.

Sistemato Uno, rimane da risolvere l’ultimo problema: VOI
Per correttezza ci vuole che io vi avvisi che i contenuti dell’agenda, come si può dire… diciamo che Scritte ha un alto tasso di contenuto depressivo, almeno è così che la vedo io che di Scritte non ci capisco. E come vi convinco che potrebbe essere cosa buona e giusta portare un po’ di depressione qui al Tamburo?

Breve analisi del Tamburo:
bella gente, collaboratori capaci e competenti, contenuti che spaziano dall’informazione seria a quella più allegra e sbarazzina. In poche parole qui da voi c’è troppa positività e anche quando si parla di cose negative lo si fa con ironia e leggerezza. Più pessimismo e maggior depressione, questo ci vuole. Ci vuole qualcuno su cui scaricare e a cui dare la colpa, soprattutto il Lunedì.
Quando il Lunedì (è statistica, il Lunedì sembra essere il giorno più nero) vi sentirete un po’ giù, non dovrete far altro che fare un salto sul Tamburo, leggere una delle Scritte di Uno e … vi renderete conto che c’è chi sta peggio di voi in fatto di depressione, e come si dice, “mal comune mezzo gaudio” o anche “meglio a te che a me” (scegliete voi).



Ecco quindi la mia proposta.
Diciamo che saremo in tre in questa storia:

1)      VOI – i non abbastanza depressi
2)      UNO – l’autore di Scritte
3)      IO – l’ambasciator che porta pena

Battete un colpo e fatemi sapere se siete d’accordo che il Lunedì pubblichi una delle Scritte di Uno. Deciderò se ritirarmi di corsa facendo i conti (che almeno quelli credo di saperli fare) dei vostri feedback.

Ops! Stavo dimenticando. Eccovi una delle Scritte (così vi fate un’idea)

ETERNO BAMBINO
Non è la ricerca della vittoria che mi assilla,
bensì la consapevolezza d’esser vivo
e, soprattutto, necessario per edificare o distruggere.
E… come un profondo malessere mi riempie il cuore,
lo nutre ed egli cresce fino a divenir adulto.
Bimbo?
Eterno bambino scalcio il nuovo,
non avevo mai voluto nutrirmi,
per non crescere mai,
per non distruggermi.
La maturità?
Quel profondo malessere m’inventa problemi
con la speranza di poterli risolvere soffrendo,
così, in caso di vittoria,
la Sua gioia sarebbe maggiore.
Tu bimbo, sei disposto a soffrire,
a scambiare il tuo sorriso
con le lacrime degli adulti?
                                      di Uno

  
PS:
Era un assaggio. Pensateci bene prima di accollarvi questo peso

4 commenti:

  1. Di passaggio, è il primo post che leggo stamattina, anche qui è lunedì e non mi sento depresso: dopo giorni di raffreddore fetuso, stamane va meglio assai, c'è un sole di primavera e la vita mi sogghigna.
    Sarò breve, ho da fare in giardino e devo pure fare un bonifico on-line, che è sempre un'impresa.
    Se questi sono i depressivi del signor (ambassadur, diglielo che l'ho chiamato "signore", magari si deprime di più, ma è dovuto) Uno, ben vengano: a me (mi) pare una poesia bellissima, addirittura dolce, ma non credo esistano bambini tanto deficienti da aderire al cambio.
    Anche perché sanno che quelle degli adulti il più delle volte son lacrime di coccodrillo, a uso e consumo di minoranze credulone. Ma, forse, è l'immagine a corredo che fuorvìa...
    Ho detto, buon lunedì e buona settimana, in attesa di lunedì prossimo.

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    1. Riferirò del "signore" e del complimento, grazie.
      Riguardo all'immagine a corredo è stata una mia iniziativa, un tentativo di far lo spiritoso, ma mi sa che non ci sono riuscito molto bene.
      Non ti auguro un buon inizio di questa settimana visto che a quanto sembra è già partita con il piede giusto; magari però un augurio posticipato per la prossima, quello si. :)
      Un saluto

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  2. Direi che la premessa promette bene.
    E rende migliore il lunedì.

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    1. E già questo è positivo!
      Va che allora per Lunedì prossimo si cerca di mantenere la premessa/promessa
      Un buon inizio di settimana anche a te

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