lunedì 22 luglio 2013

Intervista esclusiva a Wolfgang Amadeus Mozart (2° parte)

Signor Mozart, nel suo magnifico racconto si era fermato al fatto che suo padre, Leopold, aveva pubblicato le sue prime straordinarie Sonate. I lettori del Tamburo saranno curiosi di sapere cosa accadde dopo.

Nell'aprile del 1764, io e la mia famiglia siamo andati via da Parigi e ci siamo recati in Inghilterra, dove siamo rimasti per ben 15 mesi.
Devo specificare un particolare molto doloroso che ho tralasciato precedentemente.
Quasi tutti i miei fratelli morirono giovanissimi.
L'unica, oltre me, che rimase in vita per lungo tempo fu mia sorella Maria Anna, che chiamavamo spesso con il vezzeggiativo Nannerl, ossia Nannina.


Anche lei, (demi)-enfant-prodige, era una bravissima pianista (buon sangue non mente) e si è esibita spesso insieme a me nei diversi concerti in giro per l'Europa, di cui ho già fatto menzione.  
Ritornando alla narrazione della mia biografia, nella nazione del fish and chips, feci la conoscenza di svariati importanti compositori, tra cui Karl Friedrich Abel, George Friedrich Händel e i figli di Bach, Johann Christian e Karl Philipp Emanuel.




L'atmosfera britannica mi diede inoltre l'ispirazione per dar vita a numerose composizioni originali:
  • le prime sinfonie (K 16, K 19);
  • pezzi per pianoforte a 4 mani;
  • sonate per cembalo da offrire alla regina Carlotta di Meclemburgo-Strelitz;
  • 2 arie "di colore", costruite intorno alle parole "affetto" e "perfido", proposte al sottoscritto dallo scienziato Daines Barrington.
Non per vantarmi, ma avevo solo 8-9 anni quando composi tutte queste maestose opere!

Scusi, la interrompo solo un attimo. Volevo dare modo ai lettori del Tamburo di ascoltare una delle composizioni da lei elencate, in particolare la Sinfonia n.1 K 16. Ecco il video relativo ad essa:


Continui pure la sua narrazione. 

Oh, bravo, sono molto fiero della mia prima sinfonia. Al giorno d'oggi si compongono solo canzonette banali, altro che sinfonie!

Non sono totalmente d'accordo con questa sua affermazione. Anche al giorno d'oggi circola buona musica e ottimi interpreti. La qualità media della musica è certamente inferiore rispetto alla sua epoca, ma questo non significa che oggi non vengano composti dei capolavori. E poi a una ristretta cerchia di artisti moderni piace riprendere la musica classica e mischiarla, secondo me ottimamente, al jazz, alla musica moderna o addirittura a quella cubana. Anche la sua musica è stata oggetto di questi magnifici "esperimenti". Le faccio ascoltare un esempio significativo. Ecco la particolare versione dei Klazz Brothers & Cuba Percussion di una delle sue composizioni più straordinarie in assoluto, l'Adagio dal Concerto per pianoforte e orchestra n.21 K 467:

   
Che ne pensa? 

Guardi, ascoltando bene l'esecuzione devo ammettere che sono riusciti a fornire una nuova "freschezza" al brano, pur mantenendone inalterata la sublime bellezza (da tutti o quasi riconosciuta). 

C'è una domanda che devo assolutamente porgerle. Mi può cortesemente spiegare perché il suo Concerto per pianoforte e orchestra n.21 è denominato anche Concerto Elvira Madigan? E soprattutto, chi diavolo è Elvira Madigan?

Tutta colpa dei film! Io non ho dedicato questo capolavoro, che completai a Vienna il 9 marzo 1785, a nessuna Elvira Madigan. Mi sono però informato successivamente (dopo la mia morte!) su chi fosse costei, visto che dappertutto la mia opera risulta proclamata alla stregua di Concerto Elvira Madigan.
Dalle mie indagini segrete ho scoperto che la danese Elvira Madigan, o meglio, Hedvig Antoinette Isabella Eleonore Jensen (pure lei, come il sottoscritto, vittima della mania dei genitori di dare un numero assurdo di nomi di battesimo ai figli), era un'acrobata professionista di circo, che perse la vita, nel 1889, a soli 21 anni, in drammatiche circostanze.


Spiego meglio. Elvira, mentre si trovava in Svezia come funanbola ed equilibrista con la compagnia circense del patrigno, conobbe un ufficiale di cavalleria, il conte Bengt Edvard Sixten Sparre, di cui si innamorò follemente.


La relazione fra i 2 venne però ostacolata dalla precedente unione matrimoniale del conte, che era pure padre di 2 bambini (roba degna delle migliori fiction!).
Dopo essersi scambiati reciprocamente appassionate lettere d'amore per un anno intero, quando giunse il mese di giugno del 1889, i 2 innamorati decisero di scappare assieme in Danimarca, ove restarono per un mese circa.
Ma i soldi che avevano da parte erano pochi e finirono presto.
Come i protagonisti di una tragedia letteraria, non vedendo alcuna via di uscita dalla loro infausta situazione, capirono che l'unica cosa da fare era togliersi la vita.
Allestirono pertanto un pic-nic a Nørreskov, sulle sponde dell'isola danese di Tåsinge, dove consumarono il loro ultimo pasto.
Subito dopo Sparre sparò contro la giovane Madigan un colpo della sua rivoltella d'ordinanza.
Dopo aver ucciso l'amante, l'ufficiale si tolse a sua volta la vita.
Con una storia del genere, un film era d'obbligo.
Il regista svedese Bo Widerberg decise appunto di realizzare, nel 1967, un film sulla tragica vicenda della giovane Elvira, il quale sarà premiato come miglior film straniero al National Board of Review Awards 1967.
La colonna sonora della suddetta pellicola cinematografica include proprio il mio Concerto per Pianoforte, il quale venne rinominato per l'occasione tema da Elvira Madigan.
Ecco spiegato perché oggi il mio capolavoro viene indicato da molti con tale appellativo.
Posso ora tornare alla narrazione della mia vita (decisamente più importante), se non le dispiace?

Certamente! Continui pure il suo racconto da dove l'avevo interrotta.

Vediamo. Dov'ero rimasto? Ma certo, stavo per narrare cosa accadde dopo la mia esperienza in Inghilterra.
Dopo il periodo inglese, a partire dunque dal 1765, girovagai ancora per l'Europa, fermandomi a Lilla, Amsterdam, Anversa, Bruxelles, Valenciennes, solo per citare alcune tappe del tour della famiglia Mozart.
Il 29 novembre 1766 ritornammo finalmente a Salisburgo, dopo ben 4 anni.
Nei 9 mesi che seguirono, mesi che trascorremmo a Salisburgo, mio padre si impegnò affinché io migliorassi ancor più nelle tecniche di composizione.
Nel settembre del 1767 fummo purtroppo di nuovo in viaggio.
Il motivo? Le nozze dell'arciduchessa Maria Giuseppina d'Asburgo-Lorena con il re Ferdinando di Napoli.
Tale matrimonio avrebbe dovuto essere accompagnato da solenni festeggiamenti e venne richiesta la presenza della famiglia Mozart.
Tuttavia, il viaggio fu assai sfortunato: si risolse in una drammatica fuga a Olmütz (città della Repubblica Ceca) a causa di un'epidemia di vaiolo.
L'arciduchessa perì nei giorni stessi delle nozze, mentre io e mia sorella subimmo un leggero contagio, non mortale.
Non più bella fu l'atmosfera quando ritornammo a Vienna, all'inizio del 1768.
Maria Teresa d'Austria ci propose di organizzare un concerto in suo onore, ma già si avvertiva un clima di sospetto.
Dopodiché l'imperatore stesso, Giuseppe II, desiderò che venisse composta un'opera buffa, La finta semplice K 51.
Purtroppo l'opera che composi, finita, rifinita, già provata con orchestra e cantanti, non arrivò mai sul palcoscenico!
Mio padre Leopold, infuriato, dichiarò quanto segue:

"L'orchestra si rifiutò di essere diretta da un bambino. Ma soprattutto l'atmosfera era avvelenata da intrighi e malvagità d'ogni genere: sobillati da Gluck, i musicisti fecero di tutto per boicottare l'opera di Amadeus."

Una sorte migliore toccò, al contrario, alla mia opera in un atto Bastiano e Bastiana, Singspiel K 50, rappresentata, nell'ottobre del 1768, non su terreni ufficiali, bensì nel suggestivo giardino del palazzo viennese di Franz Anton Mesmer, medico e filosofo tedesco.
A fine dicembre del 1768 ritornammo nuovamente a Salisburgo.
Ma mio padre voleva allargare gli orizzonti, perché sapeva che il successo del suo bambino prodigio non poteva maturare nella piccola Salisburgo.
Leopold si mise infatti alla ricerca di "garantite sistemazioni all'estero", mentre io, nel frattempo, componevo opere religiose e Serenate.
Il paese che più attirò l'attenzione di mio padre fu proprio il vostro, l'Italia.


Ora possiamo però fare una pausa? Sono stanco morto, d'altronde sono più morto che vivo!


OK. Si prenda tutto il tempo di cui ha bisogno. Aspetto con ansia di poter continuare l'interessantissima intervista.


CONTINUA ;)  


Parti precedenti dell'intervista:

 - 1° parte.

3 commenti:

  1. Ci credo che sia stanco il poveraccio, l'hai fatto parlare un bel po' e per essere uno zombi se l'è cavata benissimo.

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  2. Posso fare un O.T.? F.A. Mesmer, già sentito quel nome, da qualche parte.

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    1. Certo che l'hai già sentito, è l'ideatore del "mesmerismo", guarda sulla Wiki.

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