sabato 29 novembre 2014

La relatività spiegata a mia nonna!

Einstein una volta affermò: "Non hai veramente capito qualcosa finché non sei in grado di spiegarlo a tua nonna!".
Proviamo allora, qui sul Tamburo, l'esperimento di parlare dei rudimenti della teoria della relatività in maniera così chiara e semplice da essere comprensibile anche a nonne senza una solida cultura scientifica alle spalle.

Innanzitutto cara nonna desidero spiegarti da dove proviene l'espressione "relatività".
Nel 1905 un giovanotto di 26 anni che lavorava all'ufficio brevetti di Berna, pensando e ripensando ai principi fondamentali che sorreggono la natura delle cose, ideò 3 eccezionali articoli, che sarebbero stati pubblicati in un'importantissima rivista scientifica, "Annalen der Physik".
Quel giovane dalla straordinaria mente era nientepopodimeno che Albert Einstein, conosciuto ai più anche per la sua foto con la linguaccia!

L'ultimo di quella terna di imponenti articoli, dal titolo piuttosto astruso "Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento", andava appunto a rivoluzionare il mondo della fisica con una nuova teoria, la teoria della relatività ristretta (chiamata anche speciale), decisamente differente da tutto ciò che era la cosiddetta "fisica classica".
Le implicazioni di tale teoria, infatti, portavano la fisica a divenire più il copione di uno scenario di fantascienza che di realtà!
Tra velocità allucinanti, dilatazioni temporali, contrazioni spaziali, buchi neri e chi più ne ha più ne metta, Einstein diventò una sorta di Steven Spielberg della fisica.
È sufficiente pensare che per quasi 3 secoli gli scienziati erano rimasti ciecamente convinti dell'assoluta validità delle teorie di Newton (1642-1727), colui più famoso per l'aneddoto (probabilmente neanche veritiero) della mela che gli cadde in testa che per tutto il resto!


Isaac Newton era convinto che lo spazio e il tempo fossero qualcosa di assoluto.
Cosa intendeva dire?
Che ogni singolo movimento di un certo corpo avviene sempre rispetto a una sorta di griglia immobile, immutabile, eterna.
Insomma lo spazio assoluto non dipende dagli eventi fisici che accadono, ma è invece un qualcosa in cui gli stessi eventi si verificano.
Il tempo assoluto è, per analogia, un tempo uguale per qualsivoglia entità e che scorre senza relazione a qualcosa di esterno.
Einstein era invece convinto che sia il concetto di spazio, sia quello di tempo dovessero essere rivisti.
In altre parole, lo spazio e il tempo risultavano relativi (da cui "relatività").
Cara nonna, devi sapere che spazio relativo significa che qualsiasi corpo, qualsiasi oggetto, persona, animale, ecc., si muove sempre in relazione a qualcosa.
Per esempio, nel tuo affaccendamento nel preparare la cena, compi diversi movimenti.
Se tu venissi osservata da Newton (attenta alle mele in sua presenza!), lui ti direbbe che tutti i tuoi spostamenti si verificano sempre in relazione a qualcosa di immutabile, lo spazio assoluto.
D'altro canto, Einstein potrebbe farti notare i tuoi spostamenti rispetto a una pentola, rispetto a un frigorifero, rispetto a un piatto situato sopra il tavolo.
I tuoi movimenti sono sempre relativi all'oggetto che si sta considerando come origine di un sistema di riferimento, non sono movimenti assoluti.
Addirittura, se considerassimo te stessa origine di un sistema di riferimento, nel TUO sistema di riferimento non ti staresti muovendo affatto!
Lo stesso accade all'automobile in questa chiarissima immagine:


In un sistema di riferimento centrato sull'automobile, sono la bicicletta e la casa a muoversi (precisamente ad allontanarsi da essa); può sembrare inaudito, sconvolgente, paradossale ma è così.
Aspetta nonna a fare il riposino, le sorprese su spazio e tempo non sono finite, anzi, a dir la verità, questa è solo la punta dell'iceberg!


Non solo quel genio capellone di Einstein ci ha detto che lo spazio e il tempo sono relativi, ma anche che sono fusi assieme!
EH? COSA?
Hai capito bene, la relatività ci dice che lo spazio e il tempo sono riuniti nel cosiddetto spazio-tempo.
Per farti capire meglio, immaginati un bambino nella sua culla.
Il bambino inizia a scoprire man mano che esistono 3 dimensioni spaziali: può rendersi conto sin da subito della lunghezza e della larghezza della costruzione.
Quando poi il birbantello riesce anche a scavalcare la culla ed uscire fuori, apprende che esiste anche una terza dimensione, che è l'altezza (o profondità).
Te ne puoi rendere conto anche tu; quando vai ad acquistare un mobile per la casa, dovrai prendere le misure per valutare dove e se posizionarlo nella tua dimora.
Quelle misure non sono altro che valutazioni delle 3 dimensioni spaziali esistenti.
A tutto questo Einstein ha aggiunto quella che apparentemente non sembra una dimensione ed è un concetto simultaneamente semplice e misterioso: il tempo.
Moltissimi hanno provato a definire cosa sia il tempo, nessuno è riuscito a trovare una definizione univoca e rigorosa.
Una nonna potrebbe definirlo come quella cosa che passa e determina i cambiamenti delle cose, della vita, passando dalla giovinezza alla vecchiaia (la comparsa delle rughe viene ad esempio additata come segno fondamentale del passare del tempo) fino alla morte, almeno per gli esseri umani, tuttavia sarebbe davvero limitante ridurre la definizione di tempo soltanto a ciò.


Sant'Agostino diceva: "Che cos'è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più".
Cara nonna, è il momento di un'interessante lettura, cioè un passo dal libro Dall'Eternità a Qui di Sean Carroll:

"La prossima volta che vi trovate in un caffé, o in aereo, o in coda all'ufficio postale, potete ingannare l'attesa chiedendo agli sconosciuti che vi circondano come definirebbero la parola «tempo». Sentirete probabilmente risposte interessanti: «il tempo è ciò che ci manda avanti nel corso della vita», «il tempo è ciò che separa il passato dal futuro», «il tempo fa parte dell'universo» e via discettando. La mia preferita è: «il tempo è ciò che ci dice quando accadono le cose». Tutti questi concetti afferrano solo una parte della verità. Potremmo trovare difficile esprimere il significato di «tempo» a parole, ma, come sant'Agostino, riusciamo ciò nonostante a servirci in maniera piuttosto efficace del concetto di tempo nella vita di tutti i giorni. La maggior parte delle persone sa leggere un orologio, stimare quanto tempo occorre per arrivare in auto al lavoro o per preparare un caffé, ed è in grado di organizzarsi per incontrare gli amici a cena più o meno a una data ora. Anche se non riusciamo facilmente a esprimere cosa intendiamo esattamente con «tempo», i suoi meccanismi fondamentali hanno per noi un senso a livello intuitivo. Come disse un giudice della Corte Suprema chiamato a emettere il suo verdetto su un caso di pornografia, sappiamo che cos'è il tempo quando lo sperimentiamo, e per la maggior parte degli scopi questo è sufficiente. Ma certi aspetti del tempo rimangono profondamente misteriosi. Conosciamo davvero il significato della parola? Il mondo non ci porge concetti astratti preconfezionati da elaborare per cercare di interpretarli e per armonizzarli con altri concetti. Ci presenta invece dei fenomeni, cose che osserviamo e registriamo, da cui ricavare concetti che ci aiutino a capire le relazioni tra quei fenomeni e il resto della nostra esperienza. Nel caso di nozioni sottili come l'entropia, il processo è abbastanza chiaro. Non ci imbattiamo nell'entropia camminando per strada; dobbiamo piuttosto osservare una varietà di fenomeni naturali e discernere una regolarità che può essere descritta nel modo migliore in termini di un concetto nuovo, battezzato «entropia». Armati di questo nuovo utile concetto, osserviamo altri fenomeni, che offrono lo spunto per raffinare e migliorare l'idea originale di entropia. Nel caso di un'idea primitiva e indispensabile come quella di «tempo», non è così ovvio che tale concetto sia una nostra elaborazione e non ci venga offerto già pronto per l'uso dall'universo: il tempo, infatti, è una cosa senza la quale non sapremmo letteralmente come fare a vivere. Ciò nonostante, tra gli scopi della scienza (e della filosofia) c'è anche quello di prendere la nostra nozione intuitiva di un concetto basilare come il tempo e renderla rigorosa. Lungo la strada scopriamo che non usiamo questa parola in modo univoco, ma le attribuiamo significati diversi, ciascuno dei quali merita un'accurata analisi. Il tempo ha 3 aspetti diversi:

1) Il tempo contrassegna gli istanti dell'universo. Il tempo è una coordinata: ci aiuta a localizzare gli oggetti.
2) Il tempo misura la durata intercorsa tra 2 eventi. Il tempo è ciò che viene misurato dagli orologi.
3) Il tempo è un mezzo attraverso cui ci muoviamo. Il tempo è l'agente del cambiamento. Noi ci muoviamo nel tempo o - equivalentemente - il tempo scorre intorno a noi, dal passato, attraverso il presente, al futuro.

A prima vista i 3 aspetti sembrano abbastanza simili. Il tempo contrassegna gli istanti, misura le durate e scorre dal passato al futuro - su questo siamo d'accordo. Ma scavando un po' più in profondità, queste idee non sono necessariamente collegate tra loro: rappresentano concetti indipendenti che per caso, nel nostro mondo, sono inestricabilmente legati. Per quale motivo? La risposta è più importante di quanto gli scienziati abbiano generalmente ritenuto finora. John Archibald Wheeler, l'illustre fisico americano a cui si deve il termine «buco nero», fu invitato un giorno a dare una sua definizione di «tempo». Dopo averci pensato qualche istante, disse: «il tempo è il modo con cui la Natura impedisce che le cose accadano tutte insieme». C'è molta verità, e non poca saggezza, in questa frase. Quando pensiamo al mondo, non da scienziati o da filosofi ma da persone qualunque, tendiamo a identificarlo con un insieme di cose situate in posti diversi. I fisici mettono insieme tutti i posti in un'unica entità che chiamano «spazio», e hanno modi diversi di pensare alle cose che esistono nello spazio: atomi, particelle elementari, campi quantistici, secondo il contesto. Ma l'idea alla base è la stessa. Siamo seduti in una stanza, ci sono diversi mobili, alcuni libri, forse del cibo o altre persone, sicuramente ci sono molecole d'aria...Tutte queste collezioni di oggetti, poste vicino a noi o nelle regioni estreme degli spazi intergalattici, costituiscono «il mondo». E il mondo cambia. Troviamo certi oggetti disposti in un certo modo, ma gli stessi oggetti li troviamo disposti anche in altro modo. Ma non vediamo le diverse configurazioni «tutte insieme», o «simultaneamente». Vediamo una configurazione - voi che sedete sul divano, con il gatto sulle ginocchia - e poi ne vediamo un'altra - il felino è saltato giù, seccato per la vostra mancanza di attenzioni, presi come siete dal libro. Il mondo ci si presenta cioè in sempre nuove configurazioni, che in un modo o nell'altro sono distinte. Fortunatamente siamo in grado di attribuire ad esse un contrassegno, per non fare confusione: il micio se ne sta andando «adesso»; era sulle vostre ginocchia «prima». Questo contrassegno è il tempo."

Dopo esserci chiariti un po' le idee sul tempo (ma neanche troppo), ritorniamo nonna al nostro Einstein e alla sua relatività.
Abbiamo detto che Einstein, nella sua descrizione della realtà, non considera le dimensioni spaziali e quella temporale come separate, bensì unite nello spazio-tempo.
A proposito di spazio-tempo, una decina di anni dopo aver introdotto la relatività ristretta, Einstein ampliò la sua teoria sviluppando la cosiddetta relatività generale.
La relatività generale è la chiave che consente di capire cos'è la gravità.
Tutti i giorni sperimentiamo gli effetti della gravità: ad esempio, quando il gatto sale sul tavolo e fa cadere un bicchiere, facendoti adirare, esso si sfracellerà a terra, rompendosi in mille pezzi, attirato dall'attrazione gravitazionale del pianeta Terra.
Come poi ha scoperto Newton, la gravità non è soltanto quella cosa (precisamente una forza) che fa cadere a terra la mela dall'albero, ma è pure quel "magico" effetto che permette ai pianeti di ruotare intorno al Sole o la Luna di girare attorno alla Terra.
Newton aveva capito però solo cosa faceva la gravità, non che cosa era precisamente.
Ebbene, nonna, per capire la gravità illustrata dalla relatività generale, devi immaginare di avere un telo elastico teso agli estremi su cui appoggiare dei palloni di peso molto differente.
Magari uno di questi palloni, quello assai pesante, può rappresentare il Sole, mentre quelli più piccoli i vari pianeti del Sistema Solare.
Ponendo il pallone grosso al centro del telo, esso determinerà una depressione, una curvatura nel telo.
Lanciando una pallina più piccola, essa comincerà a ruotare intorno a quella più grande per effetto di questa depressione.
Ecco il video seguente fa vedere cosa accade:


Ora supponendo che questo telo sia in realtà lo spazio-tempo, ne segue che si può definire la gravità come la curvatura dello spazio-tempo provocata da una certa massa.
Più grande è la massa, più grande sarà la depressione.
Se poi questa massa è troppo grande (molto ma molto più grande di quella del vero Sole), la depressione dello spazio-tempo diventa così imponente da generare un buco nero (anche al centro della nostra galassia, la Via Lattea, ne risiede uno gigantesco, che è stato chiamato Sagittarius A*).


Ritornando ai concetti di spazio e tempo, Einstein non si è limitato ad affermare che sono relativi e che sono fusi insieme.
Ha introdotto concetti come dilatazione temporale e contrazione spaziale.
Prima di chiarire cosa significhino, c'è da dire che la relatività impone che la massima velocità raggiungibile sia quella della luce, la quale ha un valore di circa 300.000 km/s (un valore altissimo ma comunque limitato).
Non a caso, la relatività è una teoria i cui effetti si avvertono in modo netto nell'ambito delle grandi masse (pianeti, stelle, galassie, ecc.) e delle grandi velocità (vicine a quelle della luce).
Nella realtà quotidiana gli effetti relativistici sono così minuscoli che noi non li avvertiamo neppure, eppure ci sono!
La dilatazione temporale è una parola la quale sta ad indicare che il tempo, su un corpo di grande massa oppure in viaggio a velocità prossime a quelle della luce, scorre molto più lentamente!
In altre parole, l'orologio di una persona che è in viaggio a una certa velocità scorre più lentamente rispetto all'orologio di un individuo che sta fermo!
Come anticipavo prima, detta così sembra un'eresia, giacché nella realtà quotidiana questo effetto non si nota, è trascurabile, ma considerando velocità relativistiche (o comunque elevate velocità) la dilatazione temporale diventa evidente, come nella figura seguente:
Se lo scorrere del tempo rallenta con le grandi velocità, lo spazio cosa fa invece?
Si contrae!
Ebbene sì, un corpo che viagga a velocità relativistiche subisce una contrazione della sua lunghezza (ovviamente dal punto di vista di un osservatore esterno)!
Più chiara di questa immagine credo non ci sia nulla:

Povero ritratto di Einstein, sarebbe stato meglio se restava fermo!
E a proposito di velocità relativistiche, se la velocità della luce è la massima raggiungibile, allora vuol dire che, essendo essa limitata, quando osserviamo un corpo celeste, la luce del suddetto non giungerà a noi immediatamente!
In sostanza, noi guardiamo sempre indietro nel tempo, persino quando tu, cara nonna, ti stai godendo la tua serie preferita in tv.
I tuoi occhi stanno osservando come era la televisione qualche infinitesimo frammento di secondo prima di com'è attualmente.
Quando invece si guarda il Sole, lo vediamo non come è adesso, ma come era 8 minuti fa!
Più in generale, quando guardi un cielo stellato, non stai osservando il presente di quelle stelle, ma il loro passato!
Te lo dicevo che la fantascienza è nulla in confronto alla relatività!
La differenza è che la fantascienza non è reale (o almeno non lo è nel presente in cui la si legge o la si vede, altrimenti non si chiamerebbe fantascienza), mentre la relatività sì, essendo stata confermata e riconfermata da numerosi esperimenti.
Ultima cosa nonna: la cosa più celebre che Einstein ha introdotto è la formula E = mc².
Essa mette in relazione l'energia e la massa.
L'equazione non ci sta dicendo che energia e massa sono uguali, ma che la massa può essere convertita in energia, o viceversa, attraverso un fattore moltiplicativo che è la velocità della luce al quadrato (c²), fattore tutt'altro che trascurabile.
Tale formula ha una grande importanza nella fisica nucleare, in quanto nelle reazioni nucleari c'è una dispersione di massa (rigorosamente un difetto di massa) la quale viene convertita in colossali quantità di energia.


Questo purtroppo rappresenta anche il meccanismo alla base degli ordigni nucleari sganciati su Hiroshima e Nagasaki.
Ecco adesso sei pronta per goderti anche un bel documentario su Einstein, assieme all'allegra compagnia dei lettori del Tamburo:



Alla prossima!

21 commenti:

  1. E nonna (ma non solo) ringrazia per questa semplice e bella spiegazione.
    Sarò ripetitivo, ma secondo me Leo la divulgazione ce l'ha nel sangue

    RispondiElimina
  2. Bentornato, Leonardo! e alla grande, vedo!
    Sappiamo che sei molto impegnato con l'Università, con il tuo blog personale e con Google+, ma a quanto pare ti ricordi anche del Tamburo, e per farlo partecipare a un Carnevale della Fisica! sono commossa (e tutti sanno che non sono facile alla commozione)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille Bruna!
      Sono riuscito per un soffio a pubblicarlo in tempo per far partecipare il Tamburo al Carnevale!
      Magari seguiranno altri "esperimenti" di questo genere, tempo permettendo ;)

      Elimina
  3. Concordo con Bruna (ovviamente). Ma il commento era per fare i complimenti alla Nonna di Leo, davvero degna di un nipote così.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille!
      In effetti oltre alla frase di Einstein, mi ha ispirato il post anche il ricordo delle conversazioni che facevo con mia nonna riguardanti i più svariati argomenti scientifici. Purtroppo nell'ultimo anno il brutto ictus che ha avuto ha eliminato questi bei momenti :(

      Elimina
  4. Veramente stupendo! E scoprire che sono chiacchierate reali con una nonna in carne ed ossa le rende ancora piu` belle e tenere.
    Bravissimo, ringrazio Spartaco che ha condiviso il tuo post!!! Inoltre hai scritto alcune cose che oggi erano state oggetto di interesse da parte mia... percio' > grazieee!!!

    RispondiElimina
  5. Nel centenario, andrò a leggere questo post, speriamo di comprenderla... :)

    Intanto segnalo che manca l'ultimo video, deve essere stato rimosso da YouTube.

    RispondiElimina
  6. Bravissimo Leonardo, finalmente anche uno stupido come me è riuscito a capire!

    RispondiElimina
  7. Vedi? Ero così concentrato sul tuo articolo che il tempo si è dilatato e ho fatto passare 3 ore buone... :P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Dario dell'apprezzamento e della segnalazione. Ho provveduto a inserire una nuova versione del documentario (in 2 parti stavolta) disponibile su youtube.

      Elimina
  8. Carissimo Petrillo, ho apprezzato molto il detto di Wheeler; tuttavia, è proprio in questo il rebus del tempo, qual è lo spazio temporale delle due cose che non accadono insieme. Se non si precisa questo, Wheeler non ha fatto una piega! Ho apprezzato, anche, al tenzo punto:
    " Il tempo è un mezzo attraverso cui ci muoviamo". Che peccato, caro Petrillo, avevi centrato il bersaglio, era proprio lì dove dovevi battere il martello; e come tanti, non l'hai fatto. Non sei stato molto diverso, anzi, uguali a tutti gli altri: migliaia che si sono espressi erroneamente sul tempo. Ora se permetti proverò io a spiegare alla nonna lo spazio-tempo; e sono sicurissimo che la nonna capirà!
    ...Continua

    RispondiElimina
  9. Cara nonna, vostro "nipote", come tutti gli altri, e come Einstein, non ha fatto un bricciolo di esempio, e questo è molto grave! Senza esempio non si può capire niente, oltre ad essere una privazione delle regole della didascalia, non solo sociale, ma universale. Cara nonna ora passo io a farvi un esempio.
    Supponiamo, cara nonna, che vi state facendo un caffé in prima mattina a fuoco lento e che di solito dura circa cinque minuti. L'universo, cara nonna, è così grande che per girarlo tutto con la macchina del nonno dovete impiegare milioni di miliardi di triglioni di anni. Immaginate, ora, che distante da voi ci sono altre due nonne che, contemporaneamente, si stanno preparando lo stesso caffé. A fuoco lento, anche, a loro la caffettiera impiegherà cinque minuti circa. Questo è ineludibile, ineluttabile, incontestabile e senza tema di smentita! Il vero "dilemma" semplicemente spiegabile, cara nonna, è quello di dire come sono questo cinque minuti. Per tutte tre le nonne, i cinque minuti di orologio saranno uguali, come pure (per un cuore perfetto) tutte e tre le nonne saranno 300 battiti di cuore. Quello che dobbiamo spiegare, facilmente, qual è lo stacco tra un battito e l'altro, ma sempre 300 per ognuno sarà; inoltre, qual è lo stacco tra un secondo e l'altro degli orologi delle nonne che sempre 300 secondi saranno per ognuna per la durata del caffé...Continua.

    RispondiElimina
  10. ...Continua.
    Cara nonna, mentre aspettate, con le braccia conserte, l'uscita del caffé notate che, diciamo, la nonna di destra sta già bevendo il caffé. Il suo orologio si muove così veloce che la lancetta dei minuti si muove come quello dei secondi. In modo arzilla, la vedete che si lava, si veste, prepara il caffé al nonno, il pranzo, ma il vostro caffé non è ancora uscito; perché i cinque minuti non sono ancora passati; ma neanche la nonna di destra, dopo aver pranzato, fatto la pennichella, il caffé pomeridiano, la cena, non sono ancora passati i cinque minuti. Quando si comincia a sentire l'aroma del vostro caffé che sta per uscire, la nonna di destra, con il nonno dopo le trasmissioni televisive vanno a dormire. Mentre voi state bevendo il caffè, anche per la nonna al primo sogno sono passati solamente cinque minuti, ed in tutta la giornata il suo cuore ha fatto solamente 300 battiti cardiaci e si sente molto bene!
    Mentre vi vestite, lavate, preparate il pranzo, notate che la nonna, diaciamo, di sinistra, sta ancora aspettando l'uscita del caffé che uscirà quando voi, a fine giornata andrete a dormire. Viceversa all'altra nonna la vedrete muoversi in modo molto lenta che potete misurare la lunghezza del suo piede. Il suo orologio sembra fermo, ma non è così! Dopo un'attenta riflessione avete notato che la lancietta dei secondi si è leggermente spostata dopo qualche minuto del vostro tempo. Vedrete la durata della giornata della nonna di sinistra dopo un mese del vostro tempo... Continua.

    RispondiElimina
  11. @Matteo OK, scusa se mi intrometto ma avrei una proposta da farti: ti andrebbe (andresse? adresserebbe?) entrare a far parte della Legione dei Tamburisti?
    Le condizioni (EULA) sono quelle scritte sul portale dell'Abbazia di Thélème: fa' quello che vuoi.
    Il Tamburo sarebbe ancora più bello e variegato; anche perché ultimamente, in conformità all'EULA, molti non fanno o fanno altro.
    Che ne dici? Possiamo sperare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Leggo solo ora i commenti di questo Matteo...a me pare uno dei soliti troll pseudoscientifici, che si spacciano per massimi esperti di relatività o meccanica quantistica (ne becco un sacco pure sul mio blog personale), facendo poi riferimento a robe metafisiche, ecc., che di scienza (nel vero senso della parola) non hanno nulla.
      Sono andato a guardare per curiosità il suo blog e ne ho avuto la conferma. In ogni caso, è una moda ormai parlare di tempo e relatività mettendoci in mezzo il battito cardiaco (cosa non propriamente rigorosa)! L'esempio da costui presentato mi sembra oltretutto un tantino confusionario per essere ben seguito da una nonna! Ultima cosa: accetto volentieri eventuali critiche/suggerimenti (d'altronde sono uno studente di fisica, ho ancora molto da imparare anch'io), fatte da persone competenti, ma quando si afferma che io e migliaia di altri (quindi scienziati, visto che le mie fonti son tutti testi universitari o libri storico/divulgativi di massimi esperti nel settore...) ci siamo "espressi erroneamente sul tempo", senza riportare alcuna giustificazione di questa dura affermazione e alcuna fonte/ricerca approvata dalla comunità scientifica a sostegno della sua tesi (non chiaramente esposta), direi che le sue parole hanno importanza pari a 0.
      Mi premeva sottolineare ciò specialmente per chi si trovasse a visualizzare di recente il suddetto post e poi leggesse nei commenti questa roba!

      Elimina
  12. ...Continua.
    Cara nonna, se voi poteste allungare la mano a prendere le pulsazione della nonna di "destra", vi allarmereste di sentire in un solo vostro secondo 60 pulsazione; ma vi tranquillereste nel sentire che tutto ciò è in regola perché per lei sono passati esattamente un minuto. Viceversa vi allarmereste nel non, quasi, sentire le pulsazione dell'altra nonna, ma vi tranquillereste nel sentire dire che non è ancora passato un solo secondo.
    Per la nonna di "destra" tre anni di asilo sono durati tre dei vostri giorni, 15 anni di scuola, 15 dei vostri giorni...e l'intera sua esistenza è stata così breve che vorrebbe avere una'altra vita; ma sempre ottant'anni della sua vita media ha trascorso, soltando sono durati circa pochi mesi della vostra vita. Per la nonna di "sinistra" è tutto l'opposto.
    Chi ha determinato questa situazione? Esattamente la roccia dove abbiamo posato il nostro piede. La nonna di "destra" vive su di un asteroide che viaggia nello spazio alla velocità della lumaca ed è quasi priva di forza di gravità: i due elementi che pilotano il tempo. Noi viviamo su di un pianeta che viaggia a circa un milione di km/h e una forte forza di gravità. La nonna di "sinistra", invece, viaggia in una astronave che si avvicina alla velocità della luce. Se noi fossimo su l'una, o, l'altra piattaforma di riferimento, seguiremo la stessa sorte. Se "Superman" provasse a farci uno scherzetto di rallentare la velocità della Terra prima, e poi a velocizzarci a quella prossima della luce, noi proveremmo le stesse senzazioni delle due nonne all'estreme. Come si può notare il tempo non è niente di poesia, filosofia, pensiero, o altro; il Tempo è, materialisticamente, dinamico. Dipende solo dove ci troviamo.
    Per la complementarietà dello spazio-tempo si può solo dire che se presto un secchio d'acqua alla nonna potrebbe, anche, restituirmi con un secchio di ghiaccio, perché tempo e spazio è la medesima cosa; o, la mela contiene le tre dimensioni spaziali, mangiarla è il tempo. La nonna di detra mangia la mela finendola in solo boccone velocemente, quella di sinistra impiega molto tempo per finirla.
    Saluti e baci.
    N.B. Per la nonna di "destra" ho espresso al meglio il concetto, ma i dati di tempo sono stati eccessivamente esagerati; mentre sono stato molto in linea con quella di sinistra.

    RispondiElimina
  13. Bellissimo articolo, letto d'un fiato capito anche da me che ho un altro tipo di laurea.Continuate Caterina

    RispondiElimina