sabato 11 aprile 2015

È ora! via con il mais

Dopo Pasqua si comincia. Il martedì che il lunedì è festa --solo in Italia, West Padagna compresa sempre che si chiami ancora così. Quelli di fuori si stupiscono, ma solo i nuovi, poi si abituano alle stranezze. Non parliamo poi di quelli che la Pasqua la festeggiano in ritardo, ma quelli non sono dei nostri. Ma di questo dopo, prima le foto:


Questa secondo i locali è una magnolia, io ho provato a dissentire, anche facendo presente come sia diversa da quella che c'era fino a quando il gelo di un inverno particolarmente rigido l'ha mandata al Paradiso delle Piante, che contempla anche la stufa come fase intermedia.


Qui invece, oltre i fiori della ceresera si vede il terreno preparato pronto per la semina (adesso che scrivo il rapporto la semina è già stata compiuta). Anche gli alberi sullo sfondo sono già in configurazione primavera-estate, anche quest'anno va il verde.


Anche l'olmo nel retro della casa, in una zona particolarmente ricca di rümenta, come si vede.
L'olmo è una pianta che qualche decennio fa, quand'ero piccolo, ha avuto una fase critica, simile a quella degli ulivi del Salento. Estesa a tutto il mondo; ne so poco ma mi piace citarlo, metti che Sabina...

Tornando alla stagione della semina iniziata ufficialmente martedì passato, anche se l'aratura dove possibile era iniziata prima, c'è una cosa di cui non mi capacito. Cioè sì ma non riesco a capacitarmi, cioè no, anzi sì ma --OK, vi racconto.

La Pasqua come la intendono i preti di qui capita (attenzione che qui c'è una concatenazione di eventi, nèh) la prima domenica dopo la luna piena dopo l'inizio della primavera dei preti che sarebbe il 21 marzo.
Sulla data d'inizio della Primavera, quella vera, io la penso molto diversamente, se volete ne parlerò ma non adesso.

Invece torniamo alla concatenazione di eventi di cui sopra. Sappiamo che la luna ha un mese (cosidetto) di poco più di 28 giorni per cui la Pasqua che viene a valle varia di altrettanti giorni. Alle volte è presto, altre tardi, a seconda della luna.

C'è poi che il clima varia da un anno all'altro, per esempio l'anno scorso per il mais qui da noi è stato una pacchia (nota per l'AD: visto?): pioveva spesso e quindi pochissime spese per l'irrigazione. Poi c'è chi da la colpa al Niño (cosa centro io (me)?) e altro ancora.
Ma la luna e i preti e Mosè... Eppure gli indigeni locali di qui ne sono più che sicuri.

Ah! 'n'altra cosa ancora: quest'anno tutti d'accordo, niente triticale. Pensare che negli anni passati c'era stato un trend che faceva pensare tutto diverso. Era una bolla.

E, nota per quanto riguarda la Pasqua: noi pastafariani, seguaci dell'unica vera fede, abbiamo la migliore delle regole a riguardo: se è festa per qualcuno lo è automaticamente anche per noi. Difatti per me è Pasqua anche oggi.

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