venerdì 29 aprile 2016

Scrivere e leggere


Uh! 'n post di quelli che faranno arrabbiare qualcuno che so io. Ma non è colpa mia, non sono stato io, non è farina del mio sacco, nèh!
CMQ Comunque per rendere meno traumatico il post comincio con un aneddoto mio personale che mi riguarda. Roba dell'hanno scorso, se ricordo bene o forse ne sono già passati due. In ogni caso un sabato (o era un giovedì)  mattina (o era un pomeriggio) andando a spasso con una mia vecchia conoscenza (vecchia la conoscenza, non l'amica) per via Po ci fermiamo alle bancarelle dei libri usati (sì, dall'altra parte dei portici, dove non passeggia nessuno), non si sa mai e "Uh! il nonno!" dice lei.
Non nel senso che c'era il nonno ma che il nonno era nel libro, non fisicamente ma c'era scritto il suo nome. Non come autore ma come traduttore, in quella pagina che nessuno legge mai, neanch'io e se non fosse stato per quella catena di circostanze non avrei letto nemmeno quella volta. Invece è stata una delle due pagine lette al volo, lì in piedi perché non sapevo del nonno (che non era nemmeno torinese, anzi tutt'altro: toscano, del Contado di Firenze (si deve dire così, pare)) che a un certo punto della sua vita ha intrapreso la carriera di traduttore. L'altra era quella del titolo, un romanzo d'avventure che conoscevo (lo conoscono tutti) ma che avrei riletto con piacere. Anche perché il libro era in ottimo stato e il prezzo più che affordabile (si dice vero? si capisce?).
Insomma roba anni '50 dal copyright ma poi ristampato per parecchi anni (quello era fine anni '60 se ricordo bene). Quando poi mi sono messo a leggerlo ho trovato parole e modi di dire che non si usano più. Ma anche la costruzione della frase era diversa; non saprei dire come ma non scorreva. E pensare che era un libro per ragazzi, non piccolissimi, piccoli erano i caratteri. OK, dovrei recuperare il libro ma chissà dov'è, anzi no: pigrizia. Quando l'ho detto alla mia amica ha sorriso e "sì, già noi da bambini ci divertivamo a farci correggere la sintassi, roba come 'che io avrei', ma poi lui se la prendeva con i nostri genitori".
Un'altra storiella: la prima volta che ho incontrato "wannabe" (non c'era ancora il Web allora) e non trovandolo sul dizionario ho chiesto a una prof d'inglese, torinese della Scozia, che mi ha assicurato che doveva essere o un errore di stampa o una parolaccia 'mericana.

Tutto kuesto per dire che io sono d'accordo con Sin Shin Mauro, kuì: Una nuova ortografia.

Anzi no, sono vecchio, dimentico le cose e ci vorrebbe troppo tempo per abituarmici. Ma tanto chi scrive più oggigiorno? Anche perché con il telefono è obiettivamente non facile. Fortuna che c'è il correttore ortografico, sbaglia più di me ma posso dare la colpa allui (kome kwi).


2 commenti:

  1. La scrittura suggerita, proprio come previsto, mi pare orrenda, ma è ovvio che chiunque, se venisse imposta, potrebbe impararla. Già è stato fatto abbastanza recentemente (mi pare una quindicina d'anni fa) per il tedesco.
    Due osservazioni: 1- con la tastiera di un telefono, ma anche con quelle dei PC che conosco io, non sarebbe possibile scrivere consonanti come suggerisce l'autore (in pratica, accentate). 2- vista la similitudine con lo spagnolo, oltre a scrivere il suono *gn* con la *ñ*, sarebbe utile scrivere il suono *gl* con la *y* (come gli spagnoli, che infatti nello scrivere spesso confondono la *ll* con la *y* perché hanno suoni analoghi) anziché con la *j*. Certo, quest'ultima ha in tutte le lingue a parte lo spagnolo (dove si pronuncia come uno schiarirsi la gola, come la *x* russa insomma) un suono più simile al suono *gl* che la *y*...
    Insomma, non è facile.
    L'uso di ànno per hanno eccetera era abbastanza tollerato all'epoca in cui ero bambina (secoli fa, lo so...).

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  2. Per la G proporrei di adottare la pronuncia olandese, foneticamente molto dolce e piacevole.

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