venerdì 8 dicembre 2017

Ormai non si tratta più di bugie ma di farsa.

                                                   

Avrete forse letto che il giudice Llarena incaricato del "caso catalano", ha ritirato l'ordine di cattura e estradizione nei confronti dei cinque fuggiaschi già appartenenti alla cupola del governo catalano, tra cui l'ex-presidente Puigdemont. [lui continua a considerarsi presidente, ma lo era di una regione appartenente alla Spagna, mentre la sua convinzione è di esserlo di una inesistente repubblica catalana]
È stata una mossa perfettamente legale ma astuta. Lo spiega bene questo articolo.
Ne riporto qualche brano.

"...la inesperada pero muy oportuna decisión del juez Llarena, cargada de razón, sabiduría jurídica, sentido común y compromiso con la legalidad. Propia de un buen servidor del Estado, que hace valer el principio de soberanía nacional..."

Traduco: "la inattesa però molto opportuna decisione del giudice Llarena [il GIP di questo caso], carica di raziocinio, sapienza giuridica, senso comune e impegno con la legalità ["compromiso" non vuol dire, come tradurrebbe a naso un italiano, un barcamenarsi, ma  un impegnarsi formalmente ma anche con azioni, quello che viene detto colloquialmente "mojarse" ovvero bagnarsi]. Propria di un buon servitore dello Stato, che fa valere il principio di sovranità nazionale"

"...Al quedar suspendida la euroorden, Bélgica pierde lo que hubiera sido una absurda capacidad de arbitraje político por vía judicial (¿debería decirse al revés?) en un conflicto interno de España..."

"Al rimanere sospeso l'euroordine [quello di estradizione] il Belgio perde ciò che sarebbe stata una assurda capacità di arbitraggio politico per via giudiziale (dovrebbe dirsi al viceversa?) in un conflitto interno della Spagna."

Perché, infatti,

"...No es admisible que un tercer país influya o quiera influir en un proceso penal español. El juez belga estaba a punto de cumplir la petición si a los cinco no se les juzgaba por rebelión, o sedición en su caso, por supuesta falta de parangón en las leyes de ese país..."
"Non è ammissibile che un terzo paese abbia o voglia avere influenza in un processo penale spagnolo. Il giudice belga era in procinto di compiere la richiesta [di estradizione] [solo] se i cinque [fuggitivi] non li si fosse giudicati per ribellione oppure sedizione, per una supposta mancanza di paragone nelle leggi di tale paese [a quanto pare, è un delitto non contemplato nelle leggi belghe]"
Sarebbe come dire che se l'Italia, per esempio, chiedesse l'estradizione dagli USA di un suo cittadino da indagare per un delitto di assassinio perché uccise una persona entrata di soppiatto nella sua casa [sappiamo dalla cronaca che in questi casi il cittadino viene imputato e condannato per assassinio, e i familiari della vittima risarciti], tale estradizione venisse negata perché negli USA, a quanto si legge sempre nella cronaca,  non si tratterebbe di assassinio, tutt'al più di eccesso di legittima difesa.


"...También el juez Llarena se apropia de una prueba política que justifica la decisión judicial. Los cinco fugados son candidatos a las elecciones del 21-D. Y eso le sirve como parte de la coartada para retirar la orden de detención. “Los investigados parecen haber mostrado su intención de retornar a España para tomar posesión y ejercer unos cargos electivos para cuyos comicios se han presentado recientemente”, dice en su auto..."
Il giudice Llarena inoltre fa propria una prova politica che giustifica la decisione giudiziale. I cinque fuggiaschi sono candidati alle elezioni del 21 dicembre. E questo serve come parte dell'alibi per ritirare l'ordine di cattura. "Gli investigati sembrano aver dimostrato la loro intenzione di ritornare in Spagna per prendere possesso e esercitare un incarico elettivo per le cui elezioni si sono presentati recentemente", dice nella sua sentenza.

"...El magistrado trata de evitar que sean extraditados por Bélgica sólo por alguno de los delitos por los que están imputados en España, algo que les podría beneficiar. La orden de detención en territorio español sigue vigente.."

"Il magistrato cerca di evitare che vengano estradati dal Belgio solo per alcuni dei delitti per i quali sono imputati in Spagna, cosa che li potrebbe beneficiare. L'ordine di arresto in territorio spagnolo continua a essere in vigore"

Un lettore si chiede cosa succederebbe se, una volta instaurata la repubblica catalana, una parte del suo territorio volesse rendersi indipendente (e magari riannettersi alla Spagna, senza andar tanto lontani la regione della Valle d'Aran!). Lo stesso lettore si risponde: la bozza di costituzione catalana già presentata al pubblico (e per ovvi motivi in sospeso) dichiara in un suo articolo l'unità del territorio catalano!


Comunque, ci sono vari motivi per cui questa è una farsa.


Innanzi tutto, il fatto che un paese che ha alle spalle una storia infarcita di genocidi si permetta di giudicare una democrazia (in cui c'è stata sì una dittatura, che però con i suoi crimini è stata ben lungi dal bagno di sangue attribuibile ai belgi).


Poi, chiaro, c'è sempre la montatura del numero di partecipanti a qualsiasi manifestazione pubblica, in questo caso quella di cittadini catalani che chiedevano ieri l'indipendenza di Catalogna: di solito, anche in Italia,  i crudi dati delle misure dei luoghi interessati ridimensionano il numero. 

In questo caso, 45.000 indipendentisti, sfidando leggi della fisica, si sarebbero ammucchiati in non più di  5.000 metri quadri di piazza (1.800 metri quadri)  e viali... c'è chi propone la più probabile cifra di 15.000, comunque sempre una bella quantità, abbastanza credibile considerando il giorno scelto (7 dicembre) che grazie al "ponte" con il 6, ironicamente  festa  della Costituzione spagnola, ha loro permesso di andare in gita fino all'8 dicembre, ma magari anche fino al sabato e alla domenica, in un weekend lungo, i maligni dicono finanziato anche per vie traverse dalle arche catalane (non credo che tutti i soldi mancanti  all'appello in Catalogna siano andati tutti a finire in certi conti privati in Andorra).



L'ultima trovata degli indipendentisti, forse anche come autogiustificazione in vista di un possibile risultato negativo delle elezioni del 21 dicembre, è stata quella di raccontare a chiunque li stia ad ascoltare che sono previsti brogli e irregolarità nello svolgimento delle votazioni e del conteggio delle schede.


Ora, detto da chi ha dichiarato la nascita di uno stato indipendente (sì, poi se lo sono rimangiato "qui lo dico e qui lo nego") sulla base dei "risultati" di un referendum illegale, cui proprio perché si sapeva illegale moltissimi catalani non hanno partecipato, in cui non c'è stato alcun controllo sui partecipanti, al punto che perfino dei non catalani hanno "votato" per dimostrarne l'irregolarità, in cui qualcuno ha votato fino a quattro volte, in cui si sono viste portare ai seggi delle urne già piene di schede... insomma l'illegalità e il broglio più smaccato... Bisogna proprio dire che la faccia tosta l'hanno inventata loro.


Ma anche l'ultima cosa che vi racconto è da farsa.

Come forse sapete, alcuni dei responsabili del tentativo di sedizione erano stati messi in carcere preventivo, per il rischio di reincidenza o di fuga. Poi alcuni sono stati messi in libertà condizionata, dietro pagamento di una cauzione, dovendo però consegnare il proprio passaporto proprio per evitare il rischio di fuga (come si è visto, non tanto improbabile, Puigdemont e gli altri ospiti del Belgio insegnano). Ora, uno di loro, un certo Turull, è stato colto ieri mentre cercava di rinnovare il proprio passaporto in scadenza (sì, lo stesso passaporto che avrebbe dovuto consegnare). 



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